
Lo scienziato si è basato sulle numerose ricerche precedenti, ricercando le relazioni che tali studi avevano evidenziato, tra le onde elettromagnetiche dei telefonini e lo stato di salute degli individui, in particolare l’insorgenza di malattie gravi, come ad esempio tumori. Khurana è arrivato ad una conclusione allarmante, affermando che c’è una reale correlazione tra l’utilizzo massiccio dei cellulari e l’insorgere di tumori al cervello o alla parotide.
Il problema è sottovalutato, secondo lo studioso, e si rischia di arrivare, senza una concreta campagna informativa, ad una vera e propria emergenza sanitaria. Le parole di Khurana hanno immediatamente riacceso il dibattito tra chi è daccordo con tale ricerca e chi, invece, vede nello studio di Khurana una ricerca priva di imparzialità, condotta in maniera non obiettiva per giustificare le apocalittiche conclusioni del medico australiano.
Tra i maggiori oppositori ai risultati dello studio, la britannica MOA (Mobile Operators Association), che accusa Khurana di aver condotto uno studio parziale del problema, mentre la GSM Association, attraverso i suoi ricercatori, ha aggiunto che è ancora troppo presto per giungere a conclusioni di questo tipo.
Ma non sono solo le associazioni legate al mondo della telefonia mobile (che potrebbero essere spinte da un interesse di tipo economico) a essere in dissaccordo con la ricerca. Anche delle personalità mediche di rilievo, come ad esempio il dottor Matthew Quigley, neuro-oncologo presso l’Allegheny General Hospital di Pittsburgh, il quale non crede ci si debba preoccupare dei risultati presentati da Khurana. Solo il tempo potrà dare le risposte su questa vicenda, sperando in una maggiore chiarezza da parte degli studi sull’argomento e in un ridimensionamento degli allarmi e dei rischi finora prospettati per il prossimo futuro.
Fonte: Cellulari.it