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giovedì, novembre 27, 2008

Nuova Eco-classifica By Greenpeace

Ancora una volta Greenpeace tenta di spronare le grandi aziende che producono elettronica a rispettare l'ambiente; si è ottenuto molto rispetto a qualche anno fa, ma il lavoro è ancora lungo...

Apple perde 1 posto in classifica dopo essersi dipinta "ecologista" per alcune scelte sull'utilizzo dei materiali di alcuni nuovi prodotti, ma alla fine si sa che la casa di Cupertino punta molto sull'immagine... (l'importante è Apparire).
Più avanti, ma sempre nella parte bassa della classifica, quasi tutti i grandi produttori di PC, Acer, Hp e Dell.
SonyEricsson, Toshiba e Samsung arrivano quasi al 6.
Sempre avanti sulla soglia del 7 si conferma Nokia; chi arriverà per primo nella parte verde della classifica?
Questa è la domanda che si fa Greenpeace e si pongono in molti...



Qui la guida competa: Ecoguida.pdf

martedì, luglio 08, 2008

Sony Ericsson Primo Posto Nell'EcoGuida Di Greenpeace

Con l'ottava edizione dell'Eco-guida di Greenpeace ai prodotti elettronici si sono introdotti nuovi criteri di valutazione. Di fronte a regole più rigide, tutte le 18 aziende classificate hanno perso punteggio, ottenendo una media di 5 punti su 10.
Due le eccezioni: Sony Ericsson e Sony che superano di poco la metà del punteggio massimo.




Con la nuova Eco-guida viene infatti chiesto alle aziende di mostrare anche un impegno nella riduzione globale delle emissioni di gas a effetto serra, obbligatoria dopo Kyoto. Le aziende oltre che promuovere l'efficienza energetica dei loro prodotti, devono impegnarsi anche a ridurre le emissioni durante tutto il processo produttivo.

I giganti dell'elettronica sono attenti alle loro performance ambientali, ma solo su alcuni aspetti, ignorandone altri di uguale importanza. Philips, per esempio, si posiziona bene sui criteri relativi a energia e chimica, mentre ottiene un punteggio pari a zero per quanto riguarda la gestione dei propri rifiuti: non possiede un programma globale di recupero dei prodotti a fine vita.

Molte aziende ottengono un buon punteggio sull'efficienza energetica dei loro prodotti, fabbricati in linea con quanto previsto dagli standard Energy Star, un programma congiunto del Dipartimento Energia e Agenzia di Protezione dell'Ambiente degli Stati Uniti. I migliori in campo sono Sony Ericsson e Apple con tutti i modelli che rispettano - e a volte superano - i requisiti previsti dall'Energy Star.

Sony Ericsson si aggiudica il primo posto grazie al pieno punteggio sulla sua politica di gestione chimica. Tutti i nuovi modelli Sony Ericsson non hanno PVC e quelli già in commercio a partire da gennaio scorso sono anche privi di antimonio, berillio e ftalati.

Link diretto all'ecoguida (in .pdf) QUI.

Eco guida nel dettaglio (.pdf) QUI.

Fonte: Greenpeace, Telefonino.Net.

giovedì, febbraio 07, 2008

I cellulari non causano tumori al cervello, almeno pare...

Utilizzare il telefono cellulare non aumenta il rischio di tumore al cervello, secondo un nuovo studio giapponese che è il primo a considerare gli effetti delle radiazioni su diverse parti della materia grigia.
La scoperta si aggiunge alla serie di indizi che vogliono dimostrare che i cellulari sono sicuri, un po' come si fa da tempo immemore con il mondo del fumo e dell'alcool.
Gli scienziati alla Tokyo Women's Medical University hanno confrontato l'uso del cellulare in 322 malati di tumore al cervello con 683 persone in salute e hanno scoperto che l'uso regolare del telefonino non influenza in modo significativo la possibilità di sviluppare un cancro al cervello.
I ricercatori hanno inoltre studiato le radiazioni emesse da diversi tipi di telefoni per osservare gli effetti sulle diverse aree del cervello. Naohito Yamaguchi, che ha condotto la ricerca, pubblicata sul British Journal of Cancer, sostiene che usando le nuove tecniche più accurate e sviluppate, si è scoperto scoperto che non c'è associazione tra l'uso del telefonino e il tumore, fornendo più prove che suggeriscono che non causano il tumore al cervello.
Gli scienziati di tutto il mondo stanno monitorando gli effetti dai campi elettro-magnetici sulla salute umana da circa 60 anni e il più grande studio realizzato finora, che ha coinvolto 420.000 persone, non ha mostrato associazione con alcun tipo di tumore, anche dopo 10 anni di uso del cellulare. Tuttavia Lesley Walker, del Cancer Research UK, dichiara che finora gli studi non hanno portato prove che i telefonini siano dannosi, ma non si può essere completamente sicuri sui loro effetti a lungo termine. La ricerca è ancora in corso.

lunedì, gennaio 21, 2008

A Washington dubbi sull'inquinamento di onde radio, è ora di fare chiarezza!


Washington - L'opinione pubblica non sa che pesci prendere
ed è comprensibile, visto che una volta al mese esce uno studio scientifico che smentisce quello precedente: si parla di potenziale tossicità dei cellulari, un busillis con cui ricercatori di tutto il mondo si baloccano da anni senza arrivare a conseguenze certe. Un problema che secondo la Food and Drug Administration (FDA) di Washington ora va ripreso in esame: la tossicità dei dispositivi mobili non può essere ancora esclusa.

La ragione sta nel fatto che se un singolo cellulare non è dimostrato possa creare problemi di salute, l'utilizzo contestuale di una molteplicità di dispositivi wireless, e il vivere in un ambiente bombardato dal wireless, potrebbe invece far emergere qualcosa di diverso.

Venerdì FDA ha chiesto formalmente al National Research Council di compiere un nuovo passo: studiare se e come possa rivelarsi tossico un ambiente di questo studio, in particolare dando voce a studi che rilevino gli effetti sulla lunga distanza di emissioni a bassa intensità.
L'idea è capire non solo se e in che modo vi siano effetti sulla salute ma soprattutto verificare un'ipotesi avanzata da più parti secondo cui giovani e adolescenti, il cui fisico non sia ancora pienamente sviluppato, possano subire più degli adulti le conseguenze di una esposizione continua alle emissioni. Solo un'analisi sul lungo periodo potrebbe verificare il senso di una ipotesi di questo tipo o capire se e come l'elettrosmog possa influire su una donna in stato di gravidanza, ad esempio, se e come il suo bambino possa risentirne e via dicendo.

Al centro, dunque, un'analisi che toccherà stazioni base di telefonia mobile, tecnologie di comunicazione wireless, potenza dei cellulari e modalità con cui le emissioni penetrano nel corpo umano. Una delle ragioni va cercata nel fatto che la maggiorparte degli studi si concentrano sui possibili effetti sul cervello, quando invece l'uso sempre più frequente dei dispositivi per scopi diversi dalla telefonata fa sì che vengano tenuti per lungo tempo a contatto non più con la tempia o il volto, quanto invece con le mani o altre parti del corpo.

Perché questi nuovi studi producano risultati, evidentemente, ci vorrà molto tempo, ma non mancano di emergere nuovi rapporti sull'influenza dei cellulari nel quotidiano. L'ultima novità è quella secondo cui l'uso smodato del telefonino toglie il sonno.

Ne ha parlato ieri Repubblica.it citando un articolo dell'Indipendent on Sunday secondo cui uno studio finanziato dagli operatori mobili mette in croce l'uso del cellulare la sera o comunque nei pressi del letto dove si va a dormire. Parrebbe infatti che utilizzare il cellulare prima di dormire possa provocare tempi più lunghi per giungere al sonno profondo, ridurre questi periodi di sonno e nei fatti interferire con la capacità del corpo di rigenerarsi.

Si tratta di uno studio realizzato da scienziati svedesi del Karolinska Institutet e dell'Università di Uppsala, in collaborazione con un team della Wayne State University del Michigan, negli Stati Uniti. Lo studio, pubblicato dal PIERS del MIT di Boston viene preso sul serio dagli esperti dei disturbi del sonno, secondo cui ci sono prove sufficienti per determinare che le emissioni del cellulare "impattano sul sonno profondo".

Lo studio ha preso in esame due campioni di uomini e donne, circa 70 persone in tutto, dimostrando che coloro che dormivano bombardati dalle emissioni di fatto dormivano peggio e, in particolare, veniva danneggiata la capacità dell'organismo di risanare i "danni" dei tessuti accumulati durante la veglia. Secondo i ricercatori ci sono prove sufficienti per dire che i telefonini hanno un effetto misurabile sul cervello.

Tra le possibilità che si aprono ora quella secondo cui i cellulari possano "rendere le persone più attente e focalizzate, riducendo la loro capacità di rilassarsi e addormentarsi".

Fonte: Punto Informatico

mercoledì, dicembre 12, 2007

Wi Fi, non è un pericolo, ma...

Roma - Non è caduta nel vuoto l'interrogazione che l'onorevole Donatella Poretti (RnP) ha rivolto in ottobre al Ministero della Salute circa il rischio salute derivante dall'utilizzo di infrastrutture WiFi. Il dicastero ha risposto e, secondo il deputato, lo ha fatto in modo soddisfacente.

L'interrogazione è stata motivata dalle perplessità manifestate, in primis, dal mondo dell'istruzione britannico, in cui insegnanti e genitori hanno cominciato a promuovere una campagna anti-wireless e la Health Protection Agency ha pensato di aprire uno studio esplorativo sui rischi da esposizione a certi campi elettromagnetici. Anche la Germania, in verità, si muove con circospezione attorno agli access point, tanto che persino il Governo ha messo in guardia la cittadinanza sui potenziali pericoli del WiFi, esortando la popolazione alla cautela nell'utilizzo delle tecnologie di trasmissione dati senza fili.

Il Governo italiano si esprime con cautela, ma è meno allarmista, come ha spiegato l'onorevole Poretti in una nota diffusa ieri:
"Il sottosegretario al Ministero della Salute, Serafino Zucchelli, ha risposto oggi ad una mia interrogazione che prendendo spunto da alcuni studi effettuati in Gran Bretagna sulla possibile dannosità delle reti WiFi, domandava se simili ricerche erano state condotte anche in Italia.

Sono stati citati alcuni studi, tra cui anche quello inglese e alcune dichiarazioni dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) riguardo le implicazioni sanitarie dei campi elettromagnetici emessi dalle stazioni radio base per la telefonia cellulare e dalle tecnologie senza fili: sembrerebbe che a breve e lungo termine non ci siano effetti negativi sulla salute. Sempre secondo l'OMS è necessario, però, uno studio che documenti la rapida evoluzione dell'uso della comunicazione senza fili e degli effetti della esposizione ai campi elettromagnetici. In Italia è stato precisato che, finora, ci si è occupati solo marginalmente degli effetti delle rete WiFi e che effettivamente sarebbe opportuno condurre nuovi studi. Per questo il ministero della Salute ha avviato presso il Centro Nazionale di Controllo delle Malattie (CCM) istituito presso il Ministero, il progetto Salute e campi elettromagnetici (CAMELET). Il progetto, dalla durata triennale, è realizzato dall'Istituto Superiore di Sanità ed ha come obiettivo l'istituzione presso il CCM di una struttura per valutare i dati scientifici, la stima dei rischi sanitari e l'idonea informazione ai cittadini, tramite pubblicazioni e uno specifico sito web".

"Mi sono dichiarata soddisfatta della risposta - ha concluso l'onorevole - ritengo che, prestando attenzione a non incappare in allarmismi inutili, sia giusto interrogare le istituzioni sul mondo della tecnologia, per altro in continua evoluzione. I cittadini devono avere informazioni adeguate per un uso consapevole. Vorrei ricordare che mentre l'utilizzo del cellulare è, per così dire, consapevole, in quanto decidiamo se telefonare o meno, per quanto riguarda le reti WiFi si parla di un utilizzo inconsapevole. Non sappiamo se in un dato momento siamo nel bel mezzo di una rete elettromagnetica o meno. È quindi giusto sapere le implicazioni che potremo avere da un sempre più frequente contatto con queste tecnologie".

La posizione espressa dal Ministero della Salute non mette certo una pietra sopra la questione della potenziale nocività del WiFi, ma c'è da tenere presente che le emissioni elettromagnetiche di dispositivi ed apparati che utilizzano questa tecnologia sono sempre inferiori a quelle dei telefoni cellulari e apparati di reti mobili.

Per molti ricercatori il livelli di potenza espresso da apparecchiature WiFi non rappresenta una minaccia per la salute. Difficilmente si arriverà ad uno studio scientifico che dimostrerà con certezza assoluta la totale innocuità di una di queste tecnologie, per cui vale sempre il principio della prudenza e dell'utilizzo cum grano salis.

Dario Bonacina

mercoledì, ottobre 24, 2007

Studi di Greenpeace... ...Da rifare...

Roma - Suona un po' piccata la replica di Greenpeace a BSEF, consorzio che riunisce alcuni produttori di sostanze chimiche, replica con la quale l'organizzazione ecologista tenta di rigettare totalmente le accuse di aver condotto test imprecisi e poco affidabili sul melafonino.

In un comunicato datato 19 ottobre, BSEF accusava apertamente lo studio condotto da Greenpeace di essere "non corretto". Errate le procedure e le tecniche utilizzate: le conclusioni sarebbero quindi prive di ogni supporto numerico e scientifico. Ma soprattutto, secondo gli industriali, allo stato dell'arte non esisterebbe alcun sostituto per i BFR.

La notizia è finita anche sulle pagine di Gizmodo, sulle quali è poi comparsa una replica ufficiale di Tom Dowdall, che si occupa del sito web di Greenpeace: "Siamo entusiasti del dibattito scaturito dal nostro rapporto - spiega in una lettera - ma ci sono una serie di questioni sul vostro blog (Gizmodo, ndR) che saremmo felici di poter chiarire".

Secondo l'organizzazione ecologista, lo studio pubblicato la scorsa settimana è stato condotto secondo metodologie note e largamente approvate. Le sostanze rilevate, inoltre, sebbene consentite in quelle quantità dalle normative in vigore (RoHS), dovrebbero essere comunque eliminate. Infine, i ritardanti di fiamma potrebbero tranquillamente venire eliminati impiegando materie plastiche inerti.

In una lettera allegata dallo stesso Dowdall, si legge tuttavia: "Se ritenete che ci stiamo accanendo su Apple, date un'occhiata al nostro rapporto del 2006, che riguardava moltissime aziende". Greenpeace si starebbe quindi dando da fare su tutti i fronti, per tentare di ridurre l'impiego delle sostanze pericolose. Certo però, quel rapporto "non ha ottenuto tante prime pagine come quello sull'iPhone".

Insomma, a pensare male non si sbaglia (quasi) mai. Dice Gizmodo: "Perché non pubblicare prima una ricerca completa su tutti i produttori, con riferimenti precisi e chiari sulla metodologia applicata, magari in una rivista scientifica?". E poi, solo a quel punto, lanciare un comunicato stampa per mettere alla sbarra i colpevoli.

Gli fa eco The Register, che pure accoglie le tesi di Greenpeace sui ritardanti di fiamma. Ma, come sottolineato nell'articolo, "dove sono le analisi comparative tra il telefono Apple e quelli Nokia, Motorola, Samsung e tutti gli altri?". Non resta che attendere che Greenpeace aggiorni il proprio studio del 2006.

Fonte: Punto-Informatico.

lunedì, ottobre 15, 2007

Pericolo WIFi? Lo sapremo tra qualche anno...


Londra - Mentre le associazioni di insegnanti inglesi invocano il ritorno ad una connettività cablata, complici genitori combattivi, disorientati da anni di studi contrastanti, la Health Protection Agency (HPA) tenta di placare gli allarmismi sulla possibile nocività del WiFi e annuncia l'avvio di uno studio esplorativo.

È The Guardian a raccogliere le dichiarazioni di Pat Troop, a capo di HPA: "Non sono ancora state effettuate ricerche approfondite riguardo alle questioni connesse all'esposizione delle persone a tale tipo di tecnologia, questo è il motivo per cui stiamo avviando questo programma di ricerca e analisi". Protagonisti dello studio sono manichini equipaggiati con monitor per misurare l'intensità delle radiazioni che colpiscono testa e altre parti del corpo: nel corso di test di laboratorio verranno bombardati da onde elettromagnetiche per simulare scenari reali. Si procederà poi alla ricerca sul campo in scuole, uffici, abitazioni per considerare ogni variabile, dal tipo apparecchio utilizzato all'uso che se ne fa.Ma Pat Troop, pur esprimendo prudenza sui dati finora raccolti e facendo riferimento a misurazioni poco significative, confida in risultati rassicuranti: "Non ci sono prove scientifiche del fatto che le reti WiFi e le WLAN minaccino la salute della popolazione. I segnali sono poco potenti, nell'ordine dei 100 milliwatt sia per quanto riguarda il computer sia per quanto riguarda il router". Risultati che, spiega Troops, sembrano non porre problemi di compatibilità con le linee guida stilate dalla International Commission on Non-Ionizing Radiation (ICNIRP). Ha incoraggiato lo studio esplorativo anche Philip Parkin, segretario generale dell'associazione degli insegnanti inglesi, che invita la HPA ad indagare anche l'aspetto ancora oscuro dei cosiddetti effetti non termici che i campi elettromagnetici potrebbero innescare: scansato ogni dubbio riguardo allo stress termico indotto dalle radiazioni, è possibile che i campi elettromagnetici alterino le funzioni biologiche in maniera inaspettata. "Quello che vogliamo - annuncia Parkin - è un'indagine approfondita che confermi che c'è qualcosa di cui preoccuparsi o che di converso attenui del tutto le preoccupazioni che le persone nutrono nei confronti del WiFi." Nel frattempo, nel Regno Unito come in Germania, si procede con cautela: è il principio di precauzione a calmierare l'uso della tecnologia. Bisognerà attendere almeno due anni per i risultati dello studio della HPA, nel frattempo McDonald's ha già introdotto i nuovi salutari menu WiFi mentre, complice BT, si rimpinguano le schiere dei foneros inglesi.

Gaia Bottà

Fonte: Punto-Informatico

domenica, ottobre 07, 2007

Cellulari-Salute, questa volta le notizie non sono buone...

Roma - Si affrettano a spiegare che sono comunque necessari ulteriori approfondimenti, ma la notizia che i ricercatori dell'Università Medica svedese di Orebro hanno lanciato ieri nel Mondo è esplosiva: a loro dire esiste una relazione evidente tra uso dei cellulari e possibilità di sviluppo dei tumori, un rapporto causa-effetto che fino ad oggi nessuno studio aveva esplicitato con certezza.

Adnkronos, che ha diffuso in Italia la notizia, sostiene che i ricercatori guidati dal professor Lennart Hardell abbiano spiegato come l'uso intensivo del telefono cellulare per un periodo di tempo prolungato, superiore ai 10 anni, raddoppi il rischio di sviluppare tumori come il glioma e il neuroma.

L'agenzia di stampa si riferisce in particolare a quanto pubblicato dagli scienziati sulla rivista Occupational Environment Medicine, dove si parlerebbe di una meta-indagine, ossia di una valutazione di 18 diverse ricerche sul tema, "11 delle quali - scrive l'Adn - riferivano risultati ottenuti con osservazioni a lungo termine, di oltre 10 anni". È valutando quei dati, dunque, che sarebbe emersa la relazione causa-effetto, dove le persone "che usano il cellulare per almeno 10 anni corrono un rischio 2,4 maggiore di sviluppare neuromi acustici", e 2 volte superiore di incappare in gliomi. Nel primo caso si tratta di tumori benigni che attaccano il nervo uditivo, nel secondo si tratta di patologie maligne ben più invasive e di difficile estirpazione.
Così come è riportata, la notizia non sembra confermata dall'Hindustan Times, secondo cui non si sarebbe trattato di una meta-indagine ma di una ricerca vera e propria condotta su 1.429 soggetti colpiti da tumori al cervello benigni e maligni e su un campione di 1.470 persone in salute che vivono in Svezia.

La diversa impostazione non cambia alcune delle conseguenze dello studio. Il giornale indiano spiega come gli scienziati ritengano che i telefonini possano rappresentare un rischio soprattutto per chi abita nelle zone rurali, dove cioè la potenza del segnale viene aumentata per compensare la distanza dalle stazioni base di telefonia mobile. Hardell, secondo il Times, avrebbe dichiarato: "Abbiamo riscontrato che il rischio di tumore al cervello è più elevato per chi vive in campagna piuttosto che in città. Più forte il segnale, maggiore il rischio".

Su una cosa, peraltro, le due versioni concordano, che i rischi sulla salute non possano essere evidenziati prima dei 10 anni di utilizzo intenso.

Dello studio esiste peraltro una terza versione pubblicata dall'agenzia sudafricana News24, secondo cui Hardell&C. avrebbero spiegato come l'analisi di studi precedenti dimostri "un percorso chiaro di aumento di rischio per neuroma acustico e glioma".

La novità, rispetto alle altre "versioni" citate, è che il rischio sarebbe maggiore sul lato della testa che si usa abitualmente per parlare al cellulare. News24 conferma peraltro che di meta-indagine si sia trattato e spiega come questi risultati siano dovuti proprio alla possibilità concessa da questo studio di vedere le cose dall'alto e analizzare le evidenze emerse in numerose diverse tipologie di ricerca.

E Hardell proprio a questo attribuirebbe l'assenza fin qui di una correlazione certa tra cellulari e rischio tumore. A suo dire gli studi precedenti non hanno seguito quanto accadeva per un tempo sufficientemente lungo. "Ma ora è passato abbastanza tempo da quando i cellulari sono stati introdotti - sostiene il giornale sudafricano - per analizzare i rischi dell'uso del cellulare per 10 anni o più, un periodo di tempo che viene ritenuto un minimo periodo ragionevole per valutare il rischio".

Secondo l'Adnkronos, infine, Hardell avrebbe dichiarato che "questi risultati sono di grande rilevanza ma saranno sicuramente necessari ulteriori approfondimenti". Secondo News24, invece, gli approfondimenti saranno necessari "perché un aumentato rischio anche per altri generi di tumori non può essere escluso". Due affermazioni dalle conseguenze evidentemente molto diverse.

Fonte: www.punto-informatico.it

martedì, settembre 25, 2007

Il wireless e rischi alla salute delle persone


Il Wi-Fi,
abbreviazione di Wireless Fidelity, è usato da anni in tutto il mondo per riuscire a portare connettività veloce in zone isolate e nei piccoli centri.
Sindaci e Governi fanno sempre più spesso riferimento a questa tecnologia per mettere a disposizione dei cittadini un servizio aggiunto, ma come spesso accade, ci sono vantaggi e svantaggi.

Secondo uno studio dell'European Environmental Agency (EEA) l'aumento in tutte le città europee di centraline wireless per accedere a Internet può creare dei rischi alla salute delle persone.
Le onde elettromagnetiche emesse dalle tecnologia wireless possono nel tempo essere molto pericolose, tanto che le associazioni ambientaliste hanno già fatto appello ai Governi per limitare l'espandersi e l'utilizzo di questi apparecchi.

Tuttavia va tenuto presente che, come per i cellulari, anche il wi-fi è una tecnologia nuova. Il rapporto tra innovazione tecnologica e salute vive di opinioni e studi che riportano pareri contrastanti, se da un lato c'è chi afferma la pericolosità di una tecnologia, dall'altro c'è sempre un altro studio che afferma l'esatto contrario.

Fonte: www.Telefonino.net


Questa a mia veduta non rsppresenta una novità, anzi; la funzione di questi articoli può essere quella di sensibilizzare le persone al problema e quindi di rendere consapevoli di un possibile danno per il futuro.
Voglio comunque sottolineare che le radiazioni dei cellulari, essendo di frequenze più alte, in prossimità del nostro corpo possono sicuramente ritenersi un pericolo maggiore.

sabato, settembre 22, 2007

Ecoguida, ecco i risultati dpo 1 anno dalla prima pubblicazione

A un anno dal lancio dell'Ecoguida di Greenpeace
ai prodotti elettronici verdi, le aziende hanno fatto grandi progressi. Le compagnie sono ora in competizione per essere le prime a diventare verdi eliminando sostanze pericolose, ritirando e riciclando i prodotti in maniera responsabile. La quinta edizione della guida vede Nokia al primo posto con un punteggio di 8 su 10, Sony Ericsson al secondo posto, mentre Dell e Lenovo si contendono il terzo.


"Greenpeace è molto soddisfatta dei progressi dell'industria elettronica. Solo un anno fa meno della metà delle aziende superavano un punteggio di 5/10, oggi lo raggiungono tutte" dichiara Vittoria Polidori, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace. "Per alcuni la strada da percorrere è ancora lunga, ma lo slancio è estremamente incoraggiante. Quello che ci entusiasma di più è che mentre la guida si concentra sulle aziende leader del mondo hi tech, i miglioramenti possono essere visti nell'intero settore".

Hewlett Packard (HP) è l'unica compagnia che ha perso punti da quando è stata pubblicata l'ecoguida, avendo indebolito il suo impegno verso la responsabilità del produttore di ritirare i beni a fine vita e non indicando ancora dei tempi certi per l'eliminazione completa di sostanze chimiche pericolose.

Panasonic giace sul fondo della classifica, malgrado il lancio di alcuni prodotti privi delle principali sostanze rischiose, in quanto non riesce a gestire in modo responsabile i propri rifiuti elettronici. Apple, non ha perso punti, ma è caduta alla 12° posizione perchè non avendo intrapreso nuove iniziative, ha permesso ai suoi concorrenti di superarla.


sabato, giugno 30, 2007

Ancora, ecoguida ai prodotti elettronici di Greenpeace

Sembra un'altalena l'ecoguida ai prodotti elettronici di Greenpeace che valuta l'impegno delle aziende per l'eliminazione di sostanze chimiche pericolose e il riciclaggio dei rifiuti elettronici.

In prima posizione si piazza Nokia, scavalcando Dell e Lenovo che scendono al secondo posto, seguite da Sony Ericsson e Samsung, mentre Sony è ultima dietro LG, entrambe penalizzate per i "doppi standard" delle loro politiche di gestione dei rifiuti.
Apple risale dall'ultima posizione alla decima.

Per Vittoria Polidori, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace 'È evidente che le aziende stanno sfidandosi per produrre prodotti più verdi. L'ultimo impegno di Steve Jobs di eliminare le sostanze tossiche ha fatto salire Apple in classifica. Ora, con l'iPhone, l'azienda affronta una nuova sfida: venire incontro alle aspettative dei clienti, diventando leader anche nelle politiche ambientali. E' questo ciò che i fan della Apple desiderano'.



Secondo Greenpeace le aziende informano sempre di più i consumatori sul non utilizzo di composti chimici più pericolosi nei loro prodotti: Nokia, Sony Ericsson ed in alcuni casi Motorola stanno introducendo un numero crescente di modelli privi di ritardanti di fiamma bromurati e di Pvc.


Fonte: Telefonino.net

sabato, marzo 31, 2007

Altro Ok per i cellulari

Nessun pericolo dall'uso dei cellulari per la salute


Ennesimo studio sulla presunta pericolosità delle onde elettromagnetiche dei telefonini. Questa volta a svolgerlo è stato direttamente il WHO (World Health Organization) per conto del governo olandese. I risultati della ricerca dovrebbero tranquillizzare tutti gli utilizzatori di cellulare. Anche per i bambini le onde emesse dai telefonini sarebbero completamente innocue. Lo studio sottolinea che c'è solo una categoria realmente a rischio per l'uso di cellulari: i guidatori. Sono stati anche studiati gli effetti dei cellulari sulle persone affette da EHS, ovvero la sindrome di ipersensibilità ai campi magnetici. Nemmeno in questo caso si sono potute dimostrare cause dirette di questo raro malessere collegate all'uso del telefonino.

27 Marzo 2007

Fonte, Telefonino.net.

lunedì, gennaio 29, 2007

40% di probabilità in più di contrarre un glioma, x chi fa uso di cellulari

Ancora sul dibattito tra cellulari e salute


Quello dei cellulari e salute è un tema molto dibattuto.
Abbiamo assistito, periodicamente, a dichiarazioni sulla pericolosità delle radiazioni elettromagnetiche per il cervello e a studi che invece avrebbero scagionato i telefonini.
Secondo alcune anticipazioni da uno studio effettuato, i cellulari sarebbero colpevoli.
Chi utilizza il cellulare regolarmente da più di 10 anni avrebbe, secondo gli studiosi, il 40 per cento di probabilità in più di contrarre un glioma sul lato della testa a cui viene appoggiato solitamente il cellulare.
Più o meno gli stessi risultati sarebbero stati rilevati anche da un altro studio condotto in Finlandia.
Qualche settimana fa, uno studio condotto in Danimarca aveva invece negato l'esistenza di una correlazione tra tumori e utilizzo del telefonino.


27 Gennaio 2007

venerdì, dicembre 08, 2006

Altro OK, x i cellulari

Buone notizie, al momento, sulle radiazioni prodotte dai cellulari

Ecco l'ultima notizia nel lungo dibattito sulla possibilità che le radiazioni elettromagnetiche prodotte dai telefoni cellulari possano provocare o meno il cancro.
Questa volta a pronunciarsi è l'Institute of Cancer Epidemiology di Copenaghen che ha condotto uno studio a lungo termine su un campione di 400,000 utenti che abbiano sottoscritto un abbonamento alla telefonia cellulare dal 1982 al 1995.
L'Istituto ha comunicato di non aver trovato correlazioni tra rischio di tumori e utilizzo di telefoni cellulari, sia per chi li utilizza da molto tempo, sia per i nuovi utenti.

Positivo il fatto che questo studio sia stato condotto a lungo termine (+ di 10 anni); dubbi sull'attendibilità dei risultati c'è sempre...

sabato, ottobre 07, 2006

Un cellulare per rilevare tossine nell'aria

Magari...

Gentag è una società specializzata in sensori per cellulari, ha brevettato recentemente un metodo per rendere i telefonini capaci di rilevare sostanze tossiche nell'aria. Questo può essere uno strumento utilizzato per proteggere l'utente sia da conseguenze di attacchi terroristici che da eventuali pericoli ambientali. Non si sa se e quando questa tecnologia verrà applicata a qualche apparecchio, ma potrebbe essere molto utile a chi per lavoro si trova in ambienti a rischio chimico oppure ha allergie a determinati prodotti.

Sarebbe una bella utopia che un giorno questi sensori vengano utilizzati e prodotti, anche, per calcolare l'inquinamento dell'aria e renderlo così trasparente a chiunque.

lunedì, agosto 28, 2006

Classifica eco-ambientale per le aziende di telefonia e pc. By Greenpeace

Join the Greenpeace cyberactivist community and start making waves.

L'organizzazione ambientalista Greenpeace ha redatto una "classifica" delle aziende di telefonia e computer rispetto al loro rapporto con l'ambiente; in pratica quanto e come queste aziende inquinano.
Beh, indovinate?
Nessuna azienda produttrice di computer e telefonia mobile è pienamente soddisfacente nell’ambito dell’utilizzo di sostanze chimiche e del riciclaggio dei rifiuti elettronici.
Anche se Nokia e Dell spiccano sulla concorrenza, come + "pulite" e rispettose dell'ambiente.
La casa finlandese sta da tempo operando per eliminare alcuni composti: dalla fine del 2005 tutti i nuovi modelli di telefonino non contengono PVC e dall'inizio del 2007 saranno anche eliminati i ritardanti di fiamma bromurati. Anche Dell, da parte sua, si è posta obiettivi sull'eliminazione di queste sostanze.
Di seguito, HP, Sony Ericsson, Samsung, Sony, LG Electronics, Panasonic, Toshiba , Fujitsu Siemens Computers, Apple, Acer e Motorola.
La Motosola si distingue anche qui...
...la casa che inquina di + in assoluto; non le bastava il primato di peggior produttrice di cellulari del mondo... :D
Cmq ecco il link della suddetta lista con relative spiegazioni, tabelle e parametri della classifica: Qui.



sabato, agosto 26, 2006

Non ci sono prove che i cellulari danneggino il nostro organismo... ...ma: "bambini statene alla larga!"

Non vi sono prove certe per dimostrare se i cellulari siano dannosi o no, ma gli utenti, soprattutto i bambini (quindi anche chi vigila su di loro), dovrebbero stare attenti, secondo quanto emerso oggi da una ricerca realizzata da alcuni scienziati.

L'organo consultivo indipendente britannico, la National Radiological Protection Board (Nrpb), ha detto che ci sono dei rapporti sui vari tipi di effetti dannosi per la salute, anche se alcuni non sono stati ancora confermati.
"Raccomandiamo sempre un uso precauzionale, non abbiamo ancora fatti evidenti che provino che la salute in generale sia colpita dall'uso delle tecnologie dei telefoni mobili", ha dichiarato il presidente del Nrpb, Sir Williams Stewart, nel corso di una conferenza stampa, aggiungendo però di non ritenere di essere in grado di assicurare se i cellulari siano del tutto innocui, data la tecnologia relativamente nuova, e la sua evoluzione, più rapida di qualsiasi studio sull'impatto di queste sulla salute.
Alcune ricerche suggeriscono che i campi delle radiofrequenze potrebbero interferire con i sistemi biologici ma che non è stato possibile realizzare studi a lungo termine.
L'Associazione Mobile Operators in Gran Bretagna, che rappresenta gli operatori della salute e del planning, ha accolto in maniera positiva il rapporto.
"L'elemento chiave è che non compare un'informazione evidente che leghi l'uso della telefonia mobile a affetti nocivi sulla salute", ha detto in una nota il direttore esecutivo dell'associazione Mike Dolan.
In particolare i bambini sono i più vulnerabili per via del loro sistema nervoso ancora in evoluzione. Assorbono grande energia nei tessuti della testa e la loro esposizione è di più lunga durata, riferisce il rapporto.
Stewart raccomanda ai bambini di usare i cellulari il meno possibile.

In attesa di nuove ricerche...